La mostra i sassi di Pollicino riunisce ottanta splendidi scatti del paesaggio padano, dove i colori tenui, gli orizzonti infiniti, i contorni netti e l'attenzione alla vita che scorre nella sua apparente semplicità sono la cifra inconfondibile dello stile di Luigi Ghirri, intimista e minimalista. E ora che la fotografia sta diventando sempre più motivo di viaggio, grazie ai tanti festival e rassegne fotografiche che si susseguono in Emilia-Romagna, gli appassionati di questa forma d'arte, i turisti o i semplici curiosi hanno un pretesto in più per venire a Guastalla e nella Bassa reggiana e scoprire, attraverso l'occhio di Ghirri, la nostra terra. Sono tante le storie che l'artista sa ancora raccontare, a trent'anni dalla sua morte. Parla di noi, descrive la nostra identità, invita ad alzare lo sguardo, a ricominciare a guardare, a guardarci, a incontrarci. La fotografia di questo "ragazzino seduto su un muretto che cattura la vita che gli passa di fronte" - come amava definirsi - diventa spazio di conoscenza e valorizzazione del territorio.